Villa Borbone ospita fino al 30 settembre una rassegna di dipinti di Arturo Lini. La mostra, allestita dall'associazione culturale "Caleidoscopio", è una prima antologica di questo giovane artista che da un iniziale amore per la poesia, testimoniato nel 1983 dalla pubblicazione da parte dell'editore Miano di Milano della raccolta delle sue liriche "Opera prima", è passato alla pittura, da prima fissando sulle tele parole, geometrie e colore, fino a coniare un personale codice crittografico in grado di conservare e trasmettere i suoi intimi travagli, i suoi sogni, le sue aspirazioni.
Successivamente ha ridotto all'essenziale il proprio linguaggio pittorico: le parole hanno lasciato il posto ad una lettera che da sola testimonia la purezza ed il mistero della narrazione poetica, le geometrie si sono rarefatte fino a diventare indefinite forme, paesaggi della mente, sedimenti della memoria; il colore è reso da un pigmento quasi monocromatico che a volte trattiene ed assorbe quasi annullandola, a volte riflette la poca luce del nostro quotidiano esistere che solo la poesia illumina e vivifica. Le sue ultime opere sono titolate "Totem” "Partitura", "Paesaggio" e sono il risultato di questa ossessionata ricerca del codice estetico capace di rappresentare il suo mondo di intimistica poesia. A quali divinità sono dedicati i "Totem” quale sintonia è celata nei pentagrammi delle sue "Partiture”, quali luoghi rappresentano i suoi "Paesaggi”? L'impossibilità di trovare una risposta, il mistero, sono il fascino di queste opere.
Paolo Fornaciari: Lini a Villa Borbone, La Nazione, Firenze 31 agosto 1994.