“Sette + Sette”, a cura del Circolo Clturale Mario Cosci, Villa Gori, Massarosa (LU), 1992. Il nostro secolo vede la luce insieme all'Interpretazione dei Sogni di Freud. E quindi la psicoanalisi, l'Io, l'Es; e poi Jung e la sua “Ombra" a giungere fino a noi. Secolo preceduto da due testi, il Dr. Jekill di Stevenson (1886) e il Dorian Gray di Wilde (1890), che chiudevano una stagione, quella Romantica, illuminatasi nella «letteratura del doppio». E penso a Hoffmann, a Chamisso.
L'altro, il doppio, il riflesso; il senso dell'identità, dell'io che riconosce un «altro» nei propri sogni, nei propri atti e a questo cerca una risposta in un linguaggio dove tutto ciò che in lui vive possa apparire, manifestarsi.
Forse, come per tutti in una remota infanzia, è stato un segno o un suono a contenere il «Tutto»: noi stessi e gli altri e la Storia e lo Spazio intorno. Ecco, parlare di Lini significa partire da questo primo segno, da questa ricerca che vale, come per il Faust di Goethe, la verità stessa; o forse è la verità stessa.
Anna Raro, introduzione al catalogo “Sette + Sette”, a cura del Circolo Clturale Mario Cosci, Villa Gori, Massarosa (LU), agosto 1992.